Il Giornale di classe della maestra Rosa Moretti
Era il 21 settembre 1927 quando
la maestra Rosa Moretti incominciò l'insegnamento presso le scuole elementari
di Prato Sesia.
Nata a Cervatto il 14 agosto1894 e diplomatasi a Pinerolo, aveva incominciato
ad insegnare il 1° ottobre 1915. Passò in diverse scuole prima di
giungere nel luogo ove rimase tanto a lungo fino a diventare lei stessa nell'immaginario
collettivo, una sorta di "istituzione pubblica".
Nubile e di carattere deciso divenne in poco tempo il punto di riferimento,
non solo nella scuola, ma anche nella politica paesana, diventando ben presto
l'anima e la segretaria del fascio femminile.
Menomata fisicamente a causa di una gamba più corta dell'altra e non
funzionante, viaggiava sorreggendosi costantemente con una stampella di legno,
che spesso usava picchiandola contro la parete della cattedra per imporre il
silenzio e l'attenzione in classe. Donna di stampo ottocentesco assimilò
immediatamente gli ideali proposti dal fascismo sulla "Grandezza della
Patria" aggiungendoli a quelli classici di: Dio, il re, la famiglia,
l'educazione, l'ordine e la pulizia.
Per dare un'immagine più realistica del suo modo di vivere quell'epoca
sono interessanti gli scritti che inserì nei "giornali di classe".
Appunti che compilò sempre con estrema cura, badando anche a non sfigurare
nei confronti di coloro che leggevano i suoi resoconti. Da tali scritti emerge
sì molta retorica che era propria di quell'epoca, ma anche l'amore verso
una professione che continuò a dare ininterrottamente fino a quando fu
collocata a riposo nel 1958.
7 ottobre 1927 -
Sono ormai dieci giorni che la scuola prosegue regolarmente, ma i miei piccoli
selvaggi non capiscono ancora cosa voglia dire: silenzio. Prevedo che non avrò
nessuna soddisfazione, neanche la più legittima. Questo mi procura un
grande scoramento e mi fa pensare spesso nostalgicamente alle mie care alunne
di Ovada, volontariamente lasciate.
12 ottobre 1927 - Come si presentano sporchi questi piccini, specialmente
i maschi ripetenti; oggi ho dovuto mandarne sei a lavarsi e questo fatto mi
rivela chiaramente la civiltà di questo paese.
11 novembre 1927 - Con la mia parola persuasiva sono riuscita
a superare non poche difficoltà e convincere i genitori dei miei scolari
sulla necessità di iscrivere tutti gli alunni nei Balilla e nelle Piccole
Italiane. Sono riuscita! Ecco la mia prima vittoria riportata in questa sede.
Ecco la mia prima soddisfazione.
5 dicembre 1927 - Oggi venne rievocato con austera solennità
l'annuale della cacciata degli Austriaci da Genova. Il gesto fatidico del piccolo
popolano, espressione dell'indomabile vigore del popolo Italiano, insofferente
di gioghi di ogni sorta, è stato ricordato agli alunni della nuova Italia,
generazione nuova della Patria risorta che saprà temprare le sempre sue
doti esistenti di vitalità e di forza, nell'esempio degli eroi, pur piccoli
come loro, i cui nomi brillano nelle pagine del nostro Risorgimento.
14 marzo 1928 - Il Signor Direttore con sua circolare ricorda
l'annuale della fondazione dei Fasci e la leva fascista che avrà luogo
il 25 c.m. Non potrò dire grandi cose ai miei piccini di prima; ma cercherò
di tener sempre vivo in loro quell'entusiasmo fascistico-Patriottico che ho
instillato a goccia a goccia in tutte le ore di scuola nella loro coscienza.
25 marzo 1928 - Anche in queste scuole abbiamo celebrato l'anniversario
della fondazione dei Fasci di Combattimento e la seconda leva Fascista. Al mattino
abbiamo accompagnato in Chiesa Avanguardie, Balilla e Piccole Italiane. Nel
pomeriggio il signor Podestà ha riunito le nuove forze giovanili ed ha
parlato loro dei doveri verso Dio, la Patria e la famiglia ed ha chiuso il discorso
con un potente Alalà al Re e al Duce.
14 ottobre 1928 - L'insegnamento procede regolarmente con la integrale
applicazione della Riforma e la totale presa di possesso da parte del Fascismo
dello spirito delle generazioni formatesi sotto i miei occhi. La educazione
religiosa e quella Fascista sono trasfuse in ogni materia d'insegnamento.
28 ottobre 1928 - La Marcia su Roma è stata degnamente
ricordata agli alunni prima in classe, poi con la partecipazione al corteo che
è sfilato dal Municipio per le vie imbandierate del paese fino al monumento
ai caduti ove il Segretario Politico lesse il Proclama del Duce e distribuì
la carta del lavoro, mentre gli alunni delle scuole cantavano "Giovinezza".
1° ottobre 1934 - Come ogni anno anche oggi, scorie di bimbi,
freschi fiori vibranti di giovinezza immacolata, entrano nella umile scoletta,
con l'animo trepidante per mille pensieri. Li accolgo dolcemente, ricordando,
in un attimo fuggevole, la mia serena infanzia lontana, ormai perduta attraverso
il cammino non sempre facile della vita. Così riprende l'opera mia divina
al suo ritorno laborioso. Nuovi doveri non disgiunti da qualche preoccupazione
si affacciano dinnanzi alla mia mente. Eppure è sempre dolce ricominciare
anche, e soprattutto quando si sa di dover percorrere una strada impervia irta
di difficoltà, perché lungo gli spinosi sentieri della lotta silenziosa
e dell'umile sacrificio, faranno ala festosa, i bimbi della nuova Italia.
21 marzo 1935 - Mentre ero intenta a correggere un esercizio ad
un alunno di 2°, entra nella mia aula il Signor Direttore. Sono stata sorpresa,
ma la visita riuscì gradita! Ah, se le visite dei Superiori fossero un
po' più frequenti!.. L'insegnamento darebbe migliori frutti, e l'insegnante
incoraggiata; consigliata dal suo Superiore affronterebbe con animo più
sereno le non poche difficoltà che incontra nel disimpegno del suo arduo
compito.
27 novembre 1935 - L'assedio economico che cinge l'Italia continua
gravandosi sempre più. Ho parlato ai miei scolari del dovere che ogni
Italiano ha di offrire metalli alla Patria per aumentare la resistenza di fronte
al nemico. Il primo appello ha avuto un esito veramente lusinghiero!
18 febbraio 1936 - Ogni mattina dopo la preghiera, e prima d'iniziare
la lezione leggo il comunicato della battaglie superbamente vinte dai nostri
valorosi soldati laggiù nell'Africa Orientale. Le spiegazioni e i commenti
interessano gli scolari, anche i più disattenti.
2 marzo 1936 - Gli alunni hanno seguito sulla cartina d'Etiopia
l'itinerario delle nostre brillanti avanzate, entusiasmandosi in modo tale che
a mala pena ho potuto farli ritornare calmi.
18 ottobre 1937 - Il Signor Direttore mi ha affidato le classi
prima e seconda; Sono tutti nuovi e li accolgo con amorosa tenerezza. Sono delicati
virgulti della nuova Italia per i quali avrò tutte le cure a fine di
bene radicare nei loro cuoricini l'amore di Dio, della Patria, della famiglia.
30 ottobre 1937 - Ho sospeso la lezione di nozioni varie perché
è venuto a fare visita il Segretario Politico di ritorno da Roma, ove
aveva presenziato al gran rapporto tenuto dal Duce, e mi ha annunciato che ha
preso il Comando della Gioventù Italiana del Littorio. Col passaggio
dell'Opera Nazionale Balilla alle dirette dipendenze del Partito si è
resa graniticamente una, la ciclopica impresa per cui la scuola non è
più concepibile altro che come una delle fondamentali ed irremovibili
su cui poggia l'unità spirituale e materiale della nostra Patria.
25 novembre 1937 - Sono molto irrequieti questi piccini, ma il
loro cuoricino è buono e cercherò di farmi amare da loro, poiché
amore e rispetto se ne riceve quando se ne merita e quando se ne dà,
non quando se ne esige.
4 marzo 1938 - Ho accolto una nuova scolaretta della prima classe
figlia di un saltimbanco che lavora qui sulla piazza. La piccina è diligente,
disciplinata e molto attenta; cose che fanno difetto nei miei demonietti, intorno
ai quali lavoro da più mesi, con tutto il mio entusiasmo, e con santa
pazienza!
3 febbraio 1940 - Sovente faccio provare la maschera, ma riesce
molto difficile tenerla qualche minuto e le alunne in un momento di paura hanno
esclamato: "Dio tenga lontano la guerra, perché se mettiamo la
maschera morremo tutti".
31 maggio 1940 - La scuola è stata chiusa in previsione
della dichiarazione di guerra all'Inghilterra e alla Francia. VIVA L'ITALIA!
8 novembre 1943 - L'anno scolastico che si inizia con un mese
di ritardo ci trova completamente sconvolti dopo i fatti dell'8 settembre che
hanno portato alla luce gravi miserie morali.
13 novembre 1943 - Ho preparato i programmi per le classi a me
affidate e non nascondo il grande disorientamento nella compilazione del programma
di storia e di quello di geografia, fatto dovuto alle dolorose condizioni in
cui si trova l'Italia per la cattiva volontà di tanti suoi figli. E mi
auguro che Dio possa presto eliminare il dissidio, placare gli spiriti e ricondurci
tutti sulla strada della pace, della prosperità e della vera Grandezza.
28 febbraio 1944 - La nuova circolare del Direttore mi ha invitata
a uniformarmi e ispirarmi al nuovo programma voluto dalle Superiori Autorità.
Aderisco con vero entusiasmo plaudendo con serenità e sincerità
di spirito alle nuove direttive, più consone alla vera vita vissuta dagli
alunni, i quali troveranno più facile la strada e trarranno maggior profitto
che sarà loro utile nella vita pratica.
7 novembre 1944 - Ho preparato i due programmi che dovrò
svolgere nelle classi quarta e quinta, ma affermo senza tema di errare, che
ho trovato molte difficoltà dovute al periodo di emergenza in cui viviamo.
I programmi di storia e di geografia sono stati dei veri rebus e mi sono affidata
completamente a quanto mi hanno suggerito la lunga esperienza, il mio buon senso
e la prudenza.
13 aprile 1945 - Oggi ho la scuola quasi deserta perché
un atto terroristico ha causato molto panico fra la popolazione e le persone
stanno tappate in casa per tema di essere prelevate e portate in campi di concentramento.
26 aprile 1945 - I Tedeschi hanno lasciato il nostro Paese e la
valle; la provvidenza di Dio ha avuto pietà e il conflitto è terminato;
la scuola prosegue regolarmente ma si vedono passare degli Americani portati
da autocarri sgangherati; speriamo di non essere male considerati.
Terminato il conflitto mondiale la maestra Moretti insieme ai principali dirigenti
fascisti subì l'inevitabile processo per l'epurazione intentato dalle
forze politiche democratiche. Si difese sostenendo che anche lei aveva subito
le aggressioni fasciste, ed era in quel caso vero perché un gruppo di
repubblichini dopo averla picchiata l'avevano derubata. Non vi furono conseguenze
particolari, e così rimase al suo posto nella scuola pratese.
Crollati e sepolti nella polvere gli ideali che aveva con convinzione sostenuto,
continuò ancora ad esprimerli negli anni seguenti, seppur lievemente
modificati, proprio perché erano rimasti dentro di lei, come dentro di
lei forse erano nati.
I registri scolastici del dopoguerra redatti dall'insegnante non contengono
più le sue impressioni politiche, ma si attengono scrupolosamente alla
vita interna della scuola, con qualche accenno in più sui singoli bambini.
L'unico accenno di carattere politico sarà quello dell'11 giugno 1946
relativo al referendum fra la repubblica e la monarchia.
7 novembre 1946 - Alcuni alunni della classe 4° sono acerbi nonostante l'età,
e non riescono seguirmi nelle facili spiegazioni. In un dettato di dodici righe
uno ha fatto ventisette errori, alcuni gravi. Certo dovrò fare appello
a tutta la pazienza possibile per sopportare il Pierantonio, il Giuseppe, il
Giampiero che sono una vera disperazione.
11 giugno 1946 - Gli alunni hanno preso viva parte alle elezioni e mi hanno
riferito interessanti minuti particolari. Mi piace il loro modo di osservare,
ma vorrei che non partecipassero a certe dimostrazioni di estremismo che, purtroppo
si notano in questo paese e che fanno male al cuore di una vecchia insegnante
che, per venti anni consecutivi, ha insegnato l'amore reciproco, il perdono
e l'educazione e le norme del corretto vivere civile.
Dev'essere stato un duro colpo per lei sopportare la perdita della monarchia
in quel referendum del 2 giugno, dopo aver perso la "Grandezza della
Patria" fascista. Non perse però gli altri ideali inerenti alla
sua professione, come non perse il suo senso patriottico. Anche dopo la guerra
e per tutto il periodo d'insegnamento non mancò mai di far cantare ai
suoi alunni "l'Inno di Mameli".
La profonda devozione religiosa verso Padre Pio la portò in seguito a
Pietralcina dopo aver venduto tutto ciò che possedeva. Ritornò
poi in alta Italia e si stabilì a Fermo in provincia di Varese dove morì
il 10 maggio 1986.
Gruppo scolastico del primo decennio del Novecento